CAMBIAMO L’EUROPA, CAMBIAMO L’ITALIA

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MANIFESTAZIONE NAZIONALE Sabato 15 ottobre ROMA – ore 14


VIII CONGRESSO


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MANIFESTAZIONE 16 OTTOBRE ROMA


lunedì 7 novembre 2011

Riflessioni sulla comunicazione

Quelle seguenti sono alcune riflessioni sulla urgente necessità che il Partito ha di affrontare il tema della comunicazione in maniera più approfondita di quanto, per diverse ragioni, non sia stato fatto fino ad oggi. Sono state presentate in forma di contributo alla discussione congressuale, e soltanto uno spunto di discussione vogliono essere.

PER ORGANIZZARE È NECESSARIO COMUNICARE

Il tema è lapalissiano ma, per quanto ci riguarda, ancora parzialmente considerato.
Basta rifarsi ai documenti presentati per il prossimo congresso: quale più, quale un po' meno, tutti  peccano di una colpevole prolissità, tale da far perdere di vista, a un normale lettore, la scala delle priorità degli obiettivi e, temo, far perdere pure l'interesse alla lettura dei documenti stessi.
Possiamo raccontarci che è dovere dei compagni della base sforzarsi a leggere dei documenti, pur se ostici; ma piuttosto che auspicare un ricambio, anche fisico, dei nostri elettori, penso sia più corretto affrontare il problema su come dire le cose, oltre che su cosa dire.

I NUOVI MEDIA

Da un recente rapporto Censis su "I media personali nell'era digitale" emerge che l'utenza del web, nel 2011, ha sfondato la soglia del 50% della popolazione italiana. La televisione è ancora il primo canale di informazione, i giornali perdono il 7% di lettori in 2 anni. E i giovani utilizzano google e social network per avere oltre il 60% delle loro notizie.
Questo dato è soggetto ad una forte divaricazione tra  giovani ed anziani (87 %  - 15%) e tra soggetti più istruiti (72%) e quelli meno scolarizzati (37,7).
E' evidente come un partito che non voglia essere superato dai fatti deve fare i conti col web: e una presenza “organizzata” sui social network (FB, Twitter, Google+) così come sulla Blogosfera diventa obbligatoria.
Per “organizzata è da intendere la definizione di un luogo comune a tutto il partito e non la presenza frammentaria dei singoli dirigenti su dei blog personali che, se pure generano discussione, lo fanno, normalmente, all'interno delle varie tifoserie.

TRADITIONAL MEDIA

I sistemi tradizionali di propaganda: manifesti, volantinaggi, giornali di zona, non sono superati perché hanno ancora tutta l’efficacia e l’indispensabilità del lavoro territoriale; è attraverso questo che ti confronti e contatti il territorio, le popolazioni, i movimenti e fai lotta e “squadra”.
E’ in queste situazioni che la gente ti “riconosce” , a livello territoriale, per la tua storia personale, per le idee che proponi e per il lavoro di organizzazione e presenza nelle lotte.
Anche questo, però, funziona se supportato dalla comunicazione giusta, chiara, che colpisce, che lascia il “segno”, che si fa leggere e riconoscere;  troppo materiale viene  ”archiviato” già solo dopo aver letto il titolo.
DOBBIAMO IMPARARE a rivolgerci ai possibili lettori cercando di utilizzare un linguaggio attuale ed adatto al mezzo scelto, e tenendo conto che prima di essere ascoltati dobbiamo essere notati, dobbiamo conquistarci un posto preciso nell'immaginario di quei lettori.

LA COMUNICAZIONE INTERNA DEL PARTITO

Lo scollamento e la mancanza di informazione tra gli stessi compagni/e all’interno delle singole Federazioni e/o zone è uno dei dati di “frustrazione” che più spesso emerge tra i militanti:
Per un discorso piùgenerale sulla comunicazione del informazioni scarse, spesso vecchie, poco collegamento tra le realtà anche della stessa zona, spesso anche all’interno dei circoli.
C'è la necessità di avere un sito nazionale che non sia solo uno strumento istituzionale.
Come accennavamo precedentemente riguardo ai blog, bisognerebbe utilizzare questo strumento a cascata sui siti/blog delle varie federazioni per aver la possibilità di “sentire” la base ed interagire con essa.
Per valutare quanto la voglia di partecipazione sia diffusa  basta andare in qualcuno dei gruppi spontanei nati su FB...

IMMAGINE ESTERNA

Oggi come oggi, che ci piaccia o no, la semplificazione (banalizzazione) del messaggio politico   ha portato alla identificazione di una proposta , anche complessa, con un soggetto che  la personifica.
Quindi il personaggio che “buca lo schermo”, è indispensabile su questo fronte.
Come è pure indispensabile l'utilizzo di un lessico che ci renda attuali (nel senso di contemporanei) e che non sappia di stantio.
Questo non significa rifugiarsi nel Leader carismatico (l'esperienza di SEL e Vendola è quanto di più lontano dalla nostra realtà), significa ricercare e, quando possibile, sfruttare una opportunità.

BRAND PROFILE

Per una serie di ragioni che è inutile provare ad analizzare in queste poche righe ma che, prima o poi, sarebbe opportuno affrontare, esiste una consistente discrepanza tra il posto che vorremmo avere nell'immaginario del nostro target elettorale di riferimento e quello che occupiamo stabilmente ormai da un po' di tempo. Dobbiamo però rassegnarci al fatto che una (auspicabile) coerenza di comportamenti non supportata da una coerenza comunicativa paga pegno molto di più che non il contrario.
E questo vorrà pur dire qualcosa.
Quindi, a meno di non voler incamminarci verso una neanche troppo lenta estinzione, dovremmo attuare una seria politica di brand management che attraverso una comunicazione mirata esalti l'identità, la personalità e i valori positivi del nostro brand.
Non ci sono altre strade: se nei sondaggi sulle eventuali prossime elezioni politiche nazionali veniamo stabilmente dati al di sotto del 2% il problema non è (solo) perchè subiamo un oscuramento mediatico; è perchè a quel livello, a differenza che sul piano locale, semplicemente non siamo riconosciuti.
E anche questo vorrà pur significare qualcosa.

Sandro Romagnoli
Luigi Marchitelli

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