Siamo però oggi costretti a occuparci anche della micro-scissione sull’appello dei compagni della rivista “L’Ernesto” perché mette in difficoltà al contempo il bisogno di allargamento della sinistra e quello di mantenimento di un soggetto comunista rifondato dalle fondamenta. Le posizioni di questi compagni sono note ma ciò che infastidisce è il sostegno più o meno esplicito da parte di autorevoli compagni del PdCI ai quali va chiesto un chiarimento in sede degli organismi della FdS. L’appello che ha dato vita alla scissione infatti ci accusa esplicitamente di “eccletismo”, di ripudio di tutta la storia del movimento comunista del ‘900 e considera un errore inemendabile l’essere stati tra i fondatori del Partito della sinistra europea: può sostenere il PdCI una simile posizione o anche accettare nel suo seno dei compagni che la sostengono? Possiamo lavorare tutti per rafforzare e allargare la Federazione invece che per mettere in difficoltà il Partito della Rifondazione comunista ‘socio fondatore’ dal peso organizzativo più importante?
Per quanto riguarda la nostra campagna – condividendola soprattutto per la patrimoniale e per un ritorno alla progressività della tassazione – sottolineo alcuni punti che meritano un approfondimento: in presenza di un invecchiamento della popolazione italiana e della situazione economica una intera generazione è costretta dalla precarietà ad una ‘gioventù coatta’ cioè a una condizione di (parziale o totale) dipendenza dalla famiglia fino a ben oltre la soglia dei 30 anni dobbiamo parlare ad essa con una proposta specifica. Si tratta di soggetti cui è stato imposta una condizione lavorativa giuridicamente da lavoratori autonomi anche se la materialità del loro lavoro è totalmente etero-diretta (esempio tipico molte partite IVA) e per i quali dobbiamo pensare uno stato sociale inclusivo e in parte nuovo.
Secondo aspetto su cui intervenire è un impegno esplicito per difendere le decine di migliaia di posti di lavoro che si perderanno con il mancato rinnovo dei contratti a termine nel pubblico impiego. Dobbiamo spiegare che si tratta di uomini e donne che prestano servizi utilissimi: sono le maestre d’asilo, i ricercatori precari ma anche gli addetti ai servizi sociali dei Comuni e tante altre figure che tengono in piedi i servizi pubblici. Questo taglio di posti di lavoro, che è un taglio al welfare urbano, va collegato immediatamente alla campagna elettorale importantissima della prossima primavera nella quale voteranno Comuni come Milano, Torino, Napoli, Cagliari, Reggio Calabria, Trieste. E collegata al rinnovo di molti governi locali sarà anche la tenuta del Governo e della figura del Presidente del Consiglio. Credo quindi una buona riuscita nelle elezioni amministrative possa creare una parte fondamentale del consenso alle nostre posizioni, ai nostri progetti e alla battaglia unitaria per l’alleanza democratica costituzionale contro Berlusconi. L’ultimo aspetto necessario per ottenere consenso su una piattaforma è l’inserimento di un punto specifico di lotta agli sprechi della pubblica amministrazione che per noi sono non solo le consulenze milionarie, i super-stipendi a finti manager, ma anche il proliferare di nuove Province, authorities, società partecipate o enti para-pubblici.
Gianluca Schiavon
Direzione Nazionale PRC 10.02.2011
circa la situazione socio-economica (e biopolitica) tratteggiata da Gianluca segnalo ottimi scritti di Christian Marazzi, a partire dal posto dei calzini dove il linguaggio e il denaro partono per poi incunearsi nella finanziarizzazione (con spostamento del tasso di accumulazione fuori dal sistema industriale e quindi facendo venire meno le analisi sul capitale fisso e variabile, costante) la rendita finanziaria plasma anche l'esternalizzazione dello stato sociale con la privatizzazione e i costi sociali sono spostati fuori, comunque a carico della popolazione. SIntetico, ma fulminante ricostruzione è data nel volume "Finanza bruciata"2009. Grazie dell'attenzione. ALberto P.
RispondiElimina