Il declassamento da parte delle agenzie di raiting di tutti i Paesi europei a eccezione di Germania e Gran Bretagna drammatizza una crisi economico-finanziaria già molto difficile. La bocciatura invece che apparire l’ennesima sconfitta delle politiche liberiste in ogni variante giustificherà l’ennesimo attacco alla stato sociale e ai beni comuni. E il blocco sociale al potere in Germania si candida a sferrare questo attacco. Si tratta di un affondo alle democrazie di tutti i Paesi dell’UE con la costituzionalizazione del vincolo di pareggio di bilancio, con la perdita del potere sulle politiche di spesa da parte dei Parlamenti a beneficio di organismi tecnici ai quali viene demandato un giudizio preventivo sulle leggi finanziarie. Non si può negare quindi che questa UE stia modificando il suo profilo da a-democratico a antidemocratico. L’iper-liberismo economico non si coniuga più con un atteggiamento liberale nei diritti della persona, ma stabilmente con pulsioni populiste, reazionarie e xenofobe. Un esempio ci viene dall’Ungheria dove un capo di governo Viktor Orban, vicepresidente del Partito popolare europeo, adotta una legge contro la libertà di stampa e le minoranze linguistiche e religiose. Prima dell’Ungheria erano state ‘sdoganate’ al governo posizioni simili in Polonia coi gemelli Kaczynski (capo dello Stato e del governo) e in Austria con George Heider. In questa fase il primo compito del Partito e FdS è quindi contrastare le posizioni di coloro che individuano questa Europa e le sue istituzioni come fonte di modernizzazione politica, economica e sociale. Questa Europa è portatrice di un’ideologia retriva che Mario Monti ha ben sintetizzato nell’elogio delle ricchezza fatto in diretta televisiva. Ricchezza non vista come prodotto del lavoro, ma come sfruttamento delle risorse o rendita finanziaria o immobiliare. La campagna contro l’Europa dei banchieri e dei burocrati e per un Europa della democrazia e dei popoli va costruita su due versanti: uno per il rilancio dell’economia reale contro la finanza e uno per lo stato sociale e i beni comuni. Sul primo dobbiamo trovare alleati nel Sindacato per il rilancio di politiche industriali con produzioni a maggior valore aggiunto e compatibili con l’ambiente. Sul secondo dobbiamo lanciare un movimento di enti locali contro l’Europa delle privatizzazioni. In questo quadro credo sia prioritario sostenere l’assemblea del 28 gennaio lanciata dal Sindaco di Napoli, per la rete dei Comuni per i beni comuni. Non sfuggono i limiti dell’iniziativa: perché andrebbe precisata un po’ la nozione di bene comune, perché si scorge talvolta in De Magistris una pulsione anti-partito e quindi personalistica. Con tutti questi limiti però si tratta di un impegno necessario perché sui Comuni si stanno scaricando tutte le nuove imposte e tutti i tagli: dal welfare, ai trasporti pubblici, ecc. L’ultima proposta da mettere in campo riguarda le giovani generazioni perché l’abilità della Fornero dopo la contro-riforma pensionistica è riaprire lo scontro generazionale tra lavoratori ‘privilegiati’ e giovani precari senza diritti.
VIII CONGRESSO
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giovedì 26 gennaio 2012
CPN 14-15 gennaio: l'intervento di Gianluca Schiavon
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